Tonnara di Vendicari

La pesca del tonno ha origini antichissime. Se ne hanno testimonianze grafiche da incisioni e pitture rupestri risalenti alla preistoria.
Le tecniche della pesca e della lavorazione del tonno, furono affinate nel tempo fino ad arrivare agli arabi, che diffusero il sistema delle reti fisse divise in camere.
Lo stesso schema strutturale lo ritroviamo nella Tonnara di Vendicari, la cui origine è appunto di natura araba.

Vista dal litorale di Vendicari
Vista dal litorale di Vendicari
La tonnara di Vendicari
La tonnara di Vendicari
Tonnara di Vendicari
Tonnara di Vendicari
Tonnara di Vendicari - 3
Tonnara di Vendicari - 3
Tonnara di Vendicari - 4
Tonnara di Vendicari - 4
Tonnara di Vendicari - 5
Tonnara di Vendicari - 5
Tonnara di Vendicari - 6
Tonnara di Vendicari - 6
Tonnara di Vendicari - 7
Tonnara di Vendicari - 7
Tonnara di Vendicari - 8
Tonnara di Vendicari - 8
Tonnara di Vendicari - 9
Tonnara di Vendicari - 9
Dettagli della Tonnara di Vendicari
Dettagli della Tonnara di Vendicari

Di origine araba sono i anche i seguenti termini: RAIS (capo della tonnara), MUCIARA (barca piccola da lavoro), MARFARAGGHIU (termine corretto con cui indicare la struttura di lavorazione del pesce e ricovero degli attrezzi).

La tonnara di Vendicari, detta anche Bafutu, ossia anticamente del Capo Bojuto, fu una tonnara di ritorno, cioè una tonnara che pescava i tonni e gli sgombri che dopo la stagione degli amori ritornavano in mare aperto.
Nei periodi di massimo splendore arrivo a contare fino a 44 tonnaroti e 2 rais più una cinquantina di terrazzini che si occupavano della riparazione e trasformazione del pescato.

Notizie certe della tonnara di Vendicari o Bajuto si hanno solo a partire dal 1600 quando nell’isola si attiva un processo di liquidazione e privatizzazione del regio patrimonio, al fine di rimpinguare le casse dello stato, tonnare comprese.

Nel 1655 Vendicari fu acquistata insieme alle tre consorelle di Marzamemi, Fiume di Noto e Santa Panagia da Simone Calascibetta, giudice della Regia Corte di Palermo, divenuto Barone con l’acquisizione delle tonnare. Per tutta metà del 1600 l’attività delle tonnare della Sicilia orientale sono monopolizzate dalla famiglia Nicolaci: il loro dominio sulla pesca del tonno li renderà ricchi e influenti imprenditori fino a tempi recenti.

Condizionata dalle vicine tonnare di Marzamemi e Pozzallo, più efficienti e favorite da migliori contesti ambientali, la tonnara di Vendicari fu soggetta a periodi di magra e anche di chiusura nella seconda metà del 1800.

L’attività rifiorì nel corso del secolo scorso, registrando un consistente incremento del pescato. Fu in quel contesto che un nobile di Avola Antonino Modica Munafò, già in possesso delle saline di Vendicari, ebbe in concessione l’intero impianto: avvio così una profonda ristrutturazione sui resti della vecchia struttura settecentesca.

La pesca del tonno di Vendicari si interrompe con lo sbarco degli alleati durante la seconda guerra mondiale, anche se l’attività si era molto ridimensionata negli anni precedenti.

Oggi, quelli che erano i ruderi diroccati dello stabilimento con i suoi cento metri circa di lunghezza, i pilastri che ne sorreggevano il tetto, la ciminiera altissima e le case dei pescatori, sono stati completamente restaurati e riconsegnati alla comunità. La tonnara è quindi diventata uno dei simboli di Vendicari, una struttura di grande fascino che domina la zona centrale della Riserva.

Struttura della Tonnara

La tonnara è formata da due parti:

Pedale: parete di reti staccata dalla costa e che si estende fino alla profondità di 70 metri e ad una lunghezza che può raggiungere anche i 3 km. Lo scopo del “pedale” è quello di interrompere il corso dei tonni e convogliarli verso “l’isola”, ovvero la camera di cattura.

Isola: sorta di edificio sottomarino di reti di dimensioni che vanno da 200 a 400 metri di lunghezza e 50 metri di larghezza nelle pareti di rete fra una camera e l’altra sono praticate delle aperture chiamate porte.
Sulle diverse porte della tonnara , sostano le barche di guardia che spingono i tonni da una camera all’altra fino alla camera di cattura, dove il Rais da il via alla mattanza.

Attraverso un ampio cancello di ferro si accedeva invece all’edificio a terra della tonnara che comprendeva, oltre ad un cortile separato dalla Torre Sveva mediante un muro perimetrale, la zona per la lavorazione del tonno, il magazzino e le abitazioni dei tonnaroti.

Nell’isoletta di Vendicari, proprio di fronte la tonnara, c’era l’abitazione dei Rais, case in legno dove viveva con la sua famiglia e le abitazioni dei proprietari, i quali avevano una casa in muratura per alloggiarvi durante i periodi stagionali di attività della tonnara.

Come arrivare alla Tonnara di Vendicari

Per raggiungere la Tonnara di Vendicari, bisogna accedere all’ingresso principale della Riserva. Passando lungo la passerella in legno, attraverso i capanni di osservazione per il birdwatching, arriverete alla spiaggia di Vendicari: Subito a destra, noterete l’antica tonnara con il complesso delle case dei pescatori e la Torre Sveva.

 
 
 
Riserva Vendicari